Infertilità Maschile

Il maschio infertile

L’uomo e la donna concorrono in uguale misura a determinare un problema di infertilità in una coppia.
Si parla di infertlità di coppia quando non si ha un concepimento dopo 12 mesi di rapporti liberi non protetti.
In 100 coppie con problemi di infertilità in 40 casi riconosciamo una causa femminile, in 40 una causa maschile e in 20 una causa riferita ad entrambi i partner.

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Si parla di un aumento dell’infertilità maschile e, in effetti, è stato verificato che la concentrazione media di spermatozoi nel liquido seminale sta diminuendo. 



Le cause dell’aumento dei casi di infertilità maschile sono molte: le mutate condizioni di vita, l’inquinamento atmosferico, fattori tossici ad esempio quelli presenti nell’ambiente o sul luogo di lavoro, il fumo . 
Anche lo stress e’ stato accusato come fattore capace di determinare una riduzione della fertilità, ma questo dato è poco quantificabile.

Malgrado che negli ultimi anni gli uomini siano più consapevoli del loro ruolo come causa di difficoltà a raggiungere un concepimento, pochi ancora fanno prevenzione e consultano un andrologo e spesso, lo sappiamo, la maggior parte dei casi di infertilità ha origine da malattie uro-genitali che potevano essere diagnosticate prima e quindi curate. I problemi che portano a un’infertilità spesso sono causati da patologie insorte durante l’infanzia o l’adolescenza (intorno ai 18 anni un ragazzo su due è a rischio infertilità).

Fattori che possono alterare la capacità riproduttiva possono essere transitori come ad esempio una febbre . Quando questa supera i 38.5°C, si ha un’alterazione della produzione degli spermatozoi che può durare dai 2 ai 6 mesi. Anche trattamenti farmacologici o chirurgici o radioterapie possono determinare un problema riproduttivo. In alcuni casi di grave dispermia viene evidenziato un varicocele, cioè una dilatazione delle vene a livello delle borse scrotali.

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Questa situazione determina un relativo ristagno di sangue venoso e quindi un aumento della temperatura con conseguente disfunzione del testicolo.
 L’intervento chirurgico può , in alcuni casi , determinare un miglioramento del quadro spermatico. 
In alcune alterazioni del liquido seminale si può intervenire con altre strategie terapeutiche mediche o chirurgiche, che possono migliorare la situazione clinica ad esempio in presenza di una infezione delle vie uro-seminali, alcune malattie a trasmissione sessuale oppure infezioni virali come quella associata ad una parotite.

Una ritenzione testicolare nel bambino va corretta entro il secondo-terzo anno di vita. Traumi, torsioni del testicolo possono determinare un grave danno dell’epitelio seminale con atrofia testicolare. Anche difficoltà sessuali, con disturbi all’erezione e all’eiaculazione particolarmente grave, possono rendere impossibili i rapporti penetrativi. Infine non bisogna mai dimenticare che circa il 30% delle cause d’infertilità maschile sono idiopatiche cioè risulta impossibile all’andrologo risalire alla precisa causa che ha scatenato l’infertilità.

 

Trattamenti andrologici quando si ha una alterazione del liquido seminale

Quando lo spermiogramma è gravemente alterato e le terapie mediche o chirurgiche sono inapplicabili o non hanno dato risultati si puo’ ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA).

Il primo esame che si esegue per verificare la fertilità di un uomo e’ lo spermiogramma, cioè la valutazione della concentrazione, della motilità e della morfologia degli spermatozoi. Se questo presenta qualche problema, si cerca di approfondire le indagini con dosaggi ormonali, ecografie dell’apparato genitale maschile.

L’inseminazione omologa, si pratica iniettando nell’utero, il liquido seminale opportunamente capacitato e trattato. 
Generalmente cio’ prevede una preparazione della partner femminile con una stimolazione ormonale moderata.

Nei casi di dispermia più marcata si può ricorrere alla ICSI  (intracitoplasmatic sperm injection), cioè iniezione nel citoplasma di un ovocita di un solo spermatozoo) , è questa una tecnica messa a punto solo nel 1992.
La ICSI è un trattamento di fertilizzazione in vitro che prevede la stimolazione multipla dell’ovulazione . Con la ICSI è sufficiente praticamente la presenza di un solo spermatozoo per fecondare un ovocita. Con una speciale apparecchiatura, chiamata micromanipolatore, si prende un solo spermatozoo con un ago e lo si inietta direttamente dentro l’ovocita. 

Anche gli uomini che soffrono di azoospermia , cioè che non presentano spermatozoi nel liquido seminale, possono tentare di avere un figlio tramite una ICSI.
Attraverso tecniche di piccola chirurgia gli spermatozoi vengono recuperati direttamente dai testicoli.

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Questi interventi si definiscono con queste sigle: MESA (microaspirazione dall’epididimo); TESA (aspirazione diretta dal testicolo) e mTESE (estrazione degli spermatozoi tramite biopsia testicolare in campo magnificato) .

 


Spermatozoi recuperati dopo prelievo chirurgico.

 

Con queste tecniche , che hanno rivoluzionato l’approccio alla sterilità maschile, si ottiene una percentuale di successi del 35% per ciclo se la partner femminile ha meno di 40 anni. 
Spesso questa la procedura per ottenere quello che desideriamo (un bimbo a casa) purtroppo va ripetuta ma molti uomini che sino a qualche anno fa non avevano possibilita’ di avere figli propri ,da un punto di vista genetico, oggi riescono a diventare padri grazie a questi interventi.

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E.Chelo “Quando I figli non arrivano” CIC edizioni internazionali , Roma.